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MASSETO 1999 TOSCANA IGT TENUTA DELL’ORNELLAIA IMPERIALE LT. 6,00

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Codice: 00000463
Categoria: Rossi italiani
Disponibilità:

1

Contenuto:
6,00 lt.
Confezione:
Imperiale + box
Località: Italia-Toscana
Sognavo di fare il mio vino, e sognavo di farlo in America. Fu li che incontrai un enologo russo, Andrè Tchelitcheff, il padre dell’enologia californiana di qualità e grande esperto di vini francesi, che mi ha convinto a tornare in Italia. E nacque Ornellaia.
Comincia così il racconto del Marchese Lodovico Antinori, che a Bolgheri realizza il suo sogno, e che proprio gli americani, quei Mondavi un tempo così amici, ora gli hanno strappato dalle mani. E continua: Ornellaia è nata dalla mia necessità di avere un coinvolgimento totale in un progetto vinicolo.
Lodovico convinse l’ormai ottantenne Andrè Tchelitcheff a seguirlo in Italia e giocò sporco. Gli fece assaggiare il Sassicaia dello zio Mario, e Andrè si entusiasmò, aiutò il giovane marchese a costruire finalmente il suo vigneto a Bolgheri perché, era da starne certi, Sassicaia non era solo un esperimento ben riuscito, ma la dimostrazione che quella terra era una grande promessa per il vino. Negli anni ottanta nasce la Vigna Vecchia, con l’aiuto di un anziano direttore agricolo della Famiglia Antinori, e si piantano le prime vigne di merlot.
Andrè girava nel podere, annusava la terra, ne sentiva il calore della sera e l’umidità della mattina, e decideva. Poi si fece affiancare da giovani enologi, perché lui, anziano, riusciva a venire in Italia solo una volta l’anno, in primavera. Il primo fu un fiorentino, Federico Staderini, poi l’irrequieto Ludovico trovò addirittura in Ungheria un giovane talento, un certo Tibor Gai che lo seguì per parecchi anni.
Stravaganze, forse, ma l’enologo funzionò, e parlando russo con Andrè, poi francese, quando finalmente lo imparò, con Michel Rolland, il più celebrato enologo di Bordeaux, l’ungherese Tibor Gai contribuì alla realizzazione del sogno.
Fu una scommessa come tutta l’operazione Ornellaia, continua Lodovico, ho scommesso sull’intuito che mi ha spinto ad investire su un terreno snobbato da tutti, ho scommesso sui collaboratori e su di me. L’inizio fu abbastanza stentato, era difficile gestire la vigna, erano difficili le vinificazioni, con pochi mezzi e scarse conoscenze. Addirittura all’inizio non c’era una cantina. Continuò ad impiantare nuovi vigneti, con uno sguardo attento a quello che avveniva in Francia. Ed arrivarono le vendemmie dell’85 e dell’88 che gli infusero coraggio e gli regalarono credibilità.
Il resto della storia è nel vino e nelle pieghe dell’alta finanza.
intervista tratta da Gambero Rosso n° 124 del Maggio 2002
Sulla costa centrale della Toscana, nella terra che vide lo splendore degli Etruschi e respirò l’arte del Carducci, sorgono Bolgheri e la vicina Tenuta dell’Ornellaia rinomata per la produzione di vino e olio.
Tra basse colline puntellate di cipressi e profumi mediterranei, tra rifugi di uccelli migratori e boschi che conducono dolcemente al mare, sorge un paradiso naturale ricco di vitigni, ulivi e frutti che saziano l’olfatto e il palato.
Era il 1981 quando fu deciso di creare, in questo splendido e selvaggio angolo della Toscana, la Tenuta dell’Ornellaia.
Fin dal primo giorno l’obiettivo è stato quello di diventare culla di un vino d’eccellenza.
Da allora, passione e dedizione, un terroir unico e lo straordinario microclima hanno portato le sue etichette di gran pregio a numerosi successi ed il suo nome a essere annoverato tra le più importanti case vinicole del mondo.
Ben 192 ettari sono l’estensione della Tenuta, tra vigneti e cantina situati all’Ornellaia e l’adiacente terreno di Bellaria, a nord-ovest di Bolgheri.
Un’area ricca e variegata, che grazie a una combinazione di terroir alluvionali, vulcanici e marini, contribuisce a dare vita al Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot d’eccellenza.

MASSETO 1999 TOSCANA IGT TENUTA DELL’ORNELLAIA IMPERIALE LT. 6,00


Masseto 1999.
L’inverno del ’99 è stato leggermente più freddo del 1998, con il germogliamento ritardato fino verso la fine di marzo.
Nel corso della primavera le temperature e le precipitazioni sono state entro la norma, con fioritura e crescita analoghe all’anno precedente.
La fioritura è avvenuta alla fine di maggio.
Il clima eccellente durante la tarda primavera ha determinato un’allegagione superiore alla media. Un’estate torrida e senza pioggia ha portato all’invaiatura una settimana prima delle vendemmie precedenti, con un frutto molto consistente.
La raccolta è iniziata durante la seconda settimana di settembre ed è durata 7 giorni in condizioni climatiche ideali.
Terzo nel trittico delle annate iconiche, il Masseto 1999 è un altro grande vino che, come il 1998, sta
seguendo la parabola di una lentissima evoluzione. Un vino fatto di concentrazione, morbidezza e
potenza. Per molti anni è sembrato monolitico e chiuso. Oggi, tuttavia, sembra essersi risvegliato e i
tannini un tempo impetuosi si sono addolciti, lasciando spazio a una trama setosa, ampia e in espansione.
La complessità aromatica di un vino maturo sta lentamente prendendo forma, evidenziando le sensuali
fragranze classiche delle annate calde, con note di cioccolato fondente, liquirizia nera e violette candite.
In conclusione, è un vino che ha ancora in serbo qualche sorpresa e che spicca come uno dei grandi
Masseto.
Servirà però pazienza, dato che è ancora molto giovane ed ha tanti anni ancora davanti a sé.