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OLD TOM GIN THE HOUSE OF BOTANICALS

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Codice: 00001782
Categoria: Gin
Disponibilità:

3

Contenuto:
0.70 lt.
Confezione:
Bottiglia
Località: Scozia-Highlands
Fondato nel 2009 è il più antico marchio di proprietà di un barman nel Regno Unito. The House of Botanicals di Aberdeen è la sede produttiva di una serie di bevande a base botanica, tra cui i gin House of Botanicals, il portafoglio di cocktail bitters Dr. Adam's e la gamma di liquori, amari e vini liquorosi dell’ italiano Pietro Nicola.
Gestita a livello familiare da Adam e Steffie Elan-Elmegirab, The House of Botanicals opera in un'ottica di zero sprechi e si approvvigiona eticamente di tutte le materie prime.
L’ unico desiderio è quello di creare una gamma di prodotti unici, di qualità e artigianali per le crescenti esigenze dell'industria delle bevande, con i riflettori puntati sulle botaniche e sull'influenza che hanno nel mondo delle bevande miscelate.
Tutti i prodotti sono creati e realizzati nello stabilimento di produzione situato nel cuore di Aberdeen, nel nord-est della Scozia all'interno degli archi ferroviari dietro Union Square.

OLD TOM GIN THE HOUSE OF BOTANICALS

House of Botanicals Old Tom Gin, lanciato nell’aprile 2018, rappresenta la prima incursione nel mondo dei distillati per il marchio di Adam Elmegirab.
La prima parte della produzione dà vita ad un Dry Gin davvero eccezionale.
Si svolge nella capitale del Regno Unito con la distillazione di bacche di ginepro, radice di angelica, radice di giaggiolo, semi di coriandolo, corteccia di cassia, mandorla, buccia d’arancia e scorza di limone.
Il distillato viene spedito allo stabilimento di produzione “House of Botanicals” ad Aberdeen e vengono aggiunti lo zafferano e i fiori di camomilla, provenienti dal Marocco.
Per finire, per seguire lo stile del tradizionale Old Tom, viene addolcito il liquido con un pizzico di zucchero Muscovado.
Al naso dominano le note floreali, le spezie e il ginepro, con lievi elementi terrosi.
Al palato le spezie ed il ginepro continuano a sentirsi, accanto a note di pino e sentori di coriandolo, per finire in agrumi e camomilla.
Finitura lunga, fragrante e complessa.

Contenuto: 70 cl.
Gradazione alcolica: 47% Vol.

"Old Tom Gin è un ritorno al Gin autentico della Londra del XIX° secolo ed è profondamente radicato nella tradizione di qualità preservata dai grandi nomi della distillazione Inglese.
La tradizione di Old Tom Gin è basata su un ricco e rotondo profilo di sapori di Gin con una leggera dolcezza.
Era, ed è, molto più botanicamente intenso degli stili di Gin che lo hanno preceduto e seguito, prestando un distinto carattere alle miscele nelle quali è richiesto.
Esattamente come unico è il suo profilo, così è la sua colorita storia.
Nel XIX° secolo le tecniche di distillazione si affinarono e Londra divenne un centro di forte concentrazione dell’industria contando numerose e prestigiose società, alcune delle quali sono tutt’ora operative.
Nel 1862 venne ad aggiungersi a questo gruppo James Burrough, creatore di Beefeater Gin, e bisnonno di Christopher Hayman, attuale Presidente di Hayman Distillers.
La leggenda narra che Old Tom Gin deve il suo nome alle doti imprenditoriali di un certo Capitano Dudley Bradstreet.
Questi nel 1736 acquistò un negozio a Londra ed uno stock di Gin.
Pose in vetrina un’insegna colorata raffigurante un gatto e mise in giro la voce che il Gin poteva essere comprato dal gatto.
Sotto la zampa del gatto vi era una fessura ed un tubo di piombo collegato ad un imbuto all’interno del negozio.
I clienti mettevano il denaro nella fessura e ricevevano regolarmente il loro Gin.
L’idea di Bradstreet venne rapidamente copiata in tutta Londra.
I clienti potevano rimanere fuori dal negozio, chiamare “micio” e quando dall’interno una voce diceva “miao” si poteva acquistare e ritirare il Gin.
In breve tempo Old Tom divenne un affettuoso soprannome per il Gin.
Nel 1849 James Boord fu il primo distillatore a registrare l’immagine di un gatto nel suo marchio Cat and Barrel di Old Tom Gin.
Fu anche il primo marchio mai registrato per il Gin.
Quando, nell’ultimo decennio del secolo, cominciarono ad essere vendute le bottiglie a marchio, tutte le bottiglie di Old Tom Gin recavano l’illustrazione di un gatto nero.
Boord offrì una storia differente sull’origine del prodotto, dichiarando sotto giuramento che venne chiamato così da un “Old Tom” che lavorava in un’altra distilleria.
Nel 1903 la sfida al marchio di Boord divenne una pietra miliare nella giurisprudenza Inglese sui marchi.
Per generazioni pilastro dell’Impero Britannico, il commercio dello zucchero aveva nel XIX° secolo a Londra il suo centro di smistamento e lavorazione più importante.
Nel 1802 un’intera nuova parte del porto di Londra, i West India Docks, venne costruita per lavorare le enormi quantità di zucchero in arrivo dalle colonie Britanniche nei Caraibi.
Sempre più grandi e numerose raffinerie resero lo zucchero facilmente accessibile, a prezzi contenuti, a vasti settori del commercio e dell’industria, fra cui quella della distillazione che ne richiedeva grandi quantità per un’affollata gamma di prodotti.
Ne è prova la crescente produzione ed il favore del pubblico per i cordiali e la presenza di una vasta scelta di liquori dolci, fra cui Old Tom Gin.
In termini di gusto l’Old Tom Gin del XIX° secolo è spesso descritto come il perduto collegamento fra il Genever Olandese e il London Dry Gin, con il ricco sentore al palato del suo predecessore ed il più pieno e rotondo profilo di botanicals del suo successore.
Ancor più che non accada oggi con i moderni Gin, i profili gustativi dei diversi distillatori di Old Tom Gin potevano variare grandemente, perché ciascun distillatore possedeva una propria ricetta e differenti capacità e tecniche produttive.
Comunque ciò che ogni distillatore ricercava, era un equilibrio fra i ricchi sapori dei botanicals e la dolcezza derivante dall’aggiunta da un 2% ad un 3% di zucchero.
All’inizio del XIX° secolo Old Tom Gin era attorno a 25% ABV, venduto in barili e bevuto liscio come un liquore.
Alla fine del medesimo secolo Old Tom Gin era normalmente imbottigliato fra i 40 e 44% ABV.
L’Old Tom Gin della fine del XIX° secolo era portato come esempio della qualità del Gin Inglese e leader delle esportazioni nella categoria Gin.
Progressi nella distillazione e nel trattamento dell’acqua durante il secolo, resero possibile la creazione di un Old Tom più pulito e più ricco in sapore, ampliando ulteriormente il suo pubblico.
In quel periodo il mondo del Gin era caratterizzato da una fortissima frammentazione e senza molto ordine né consistenza in ciò che il pot still distillava giorno per giorno.
Centinaia di piccole distillerie producevano Gin per il consumo delle taverne locali, sovente con espedienti che non avevano il minimo riguardo per la qualità del prodotto.
Ovviamente l’affinamento non era nemmeno preso in considerazione.
Il primo Old Tom era addolcito perché ciò richiedeva il gusto popolare dell’epoca e, nei migliori distillati, per aggiungere complessità ai sapori.
La popolarità di Old Tom non crebbe più di tanto fino all’introduzione della distillazione in continuo che permise di ottenere un distillato più pulito e neutro come base per Old Tom.
Intorno al 1870 la distillazione continua con alambicco a colonna era già largamente diffusa con un importante e significativo incremento della qualità dei prodotti offerti dai distillatori.
Oltre ad un ampia gamma di liquori, punch, cordiali e “fruit gin” la maggior parte dei distillatori producevano tre tipologie di gin:
Old Tom Gin: ricco, rotondo e saporoso, spesso pubblicizzato come Gin addolcito. Non invecchiato e talvolta contenente unici botanicals.
London Dry: London perché, in maggioranza, i distillatori di Gin erano di base a Londra. Dry perché non era addolcito e spesso descritto nei listini senza zucchero.
Divenne caro ai distillatori in quanto non richiedeva zucchero e un uso minore di botanicals.
Redditizio ed accattivante.
Hollands e Geneva: Hollands era una diretta copia del genever Olandese ed era di solito invecchiato.
Geneva era le versione Inglese del genever, più leggero e non invecchiato.
Relativamente a Old Tom e, specialmente, a London Dry erano meno intensi.
I Gin Inglesi dell’epoca erano divenuti la bevanda della classe media, in particolare dopo l’epidemia di filossera che rese quasi introvabili Cognac, Armagnac e Brandy.
Dal 1870 e fino alla fine del secolo, Old Tom Gin rimase il gusto dominante e divenne un’importante voce di esportazione, in particolare verso gli Stati Uniti dove era considerato una più versatile alternativa ai Gin Olandesi.
Il periodo fra il 1880 e il 1920 fu l’età d’oro dei Cocktails, un tempo di grande innovazione dove la nuova invenzione Americana, il cocktail e un’ampia classe di drinks miscelati, divennero glamour e sofisticati.
Guidata dalla prima celebrità fra i bartenders, il “Professore” Jerry Thomas, la moda del bere dolci drinks miscelati si sparse per tutta Europa ed ogni Grand Hotel ebbe il suo American Bar in grado di servire una ricca selezione di eleganti drinks, slings e cocktails.
Old Tom fu la star dello show. Nel suo famoso Bartender’s Manual del 1882, Harry Johnson lo indica come “essential liquor required in the bar room”.
Old Tom compare con il proprio nome nelle grandi creazioni dell’epoca ed è specificato nella prima ricetta scritta del Martinez, un precursore del Martini, fatto con Old Tom e Vermouth rosso dolce.
Compare pure nel Martini stesso, nel Tom Collins, nel Silver Fizz, nel Ramos Gin Fizz, nel Gibson Girl e in molte altre preparazioni.
Old Tom e London Dry Gin furono popolari su entrambe le sponde dell’Atlantico all’incirca fino al 1910, ma dal 1920 in poi il Dry Gin aveva rimpiazzato lo stile Old Tom sia a casa propria che altrove.
London Dry crebbe in modo cospicuo in quanto la sua disponibilità e richiesta di mercato sorpassarono quelle di Old Tom.
Nel gusto la sua nettezza trovò successo in alcuni fra i più popolari drinks a base di Gin quali il Dry Martini ed il Bronx.
Le successive guerre e la crisi economica colpirono i costi di produzione di Old Tom, da sempre più costoso da produrre rispetto al London Dry.
Contemporaneamente la richiesta di London Dry non venne affatto colpita in conseguenza di una più bassa percezione della potenza alcolica da parte dei frequentatori degli “speakeasy” e dai sempre più numerosi fan di Ultra Dry Martini.
Nondimeno la richiesta di Old Tom continuò e molte delle più importanti distillerie lo produssero fino alla fine degli anni ’60 quando virtualmente scomparve.
Oggi, con una nuova generazione di bartender interessata nel rivisitare il bere miscelato classico, è ritornata la richiesta per Old Tom.
Mentre la sua predominanza nel mercato non potrà mai raggiungere quella della fine del XIX° secolo, non è senza un sentimento di grande orgoglio che questo distillatore vede una sempre più crescente diversità dei profili di Gin disponibili."