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DON P.X. 1929 CONVENTO SELECCIÓN D.O. MONTILLA-MORILES TORO ALBALÁ

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Codice: 00000088
Disponibilità:

1

Contenuto:
0,75 lt.
Confezione:
Bottiglia
Montilla Moriles è una zona vitivinicola che produce vino da più di tre secoli.
Il massimo splendore fu raggiunto più di 100 anni fa in quanto serbatoio di vini e mosti per la ben più famosa Jerez.
Fece seguito un brusco ridimensionamento: da 380 aziende operative ne rimasero 40 di cui 4 cooperative.
Montilla Moriles è posto ad un’altitudine di 500 metri, contrariamente a Jerez che è quasi sul livello del mare.
Ma la differenza sostenziale stà nei terreni e nelle uve coltivate.
Qui regna l’uva Pedro Ximenez, a Jerez il Palomino.
Oggi la Bodega Toro Albalà è considerata una delle prime 100 aziende vinicole in Spagna ed è probabilmente la realtà più importante della denominazione, sapientemente condotta da Anton Sanchez Romero, esponente della quarta generazione della famiglia che guida la bodega fondata nel 1844 da Antonio Sánchez Prieto in un mulino chiamato La Noria.
Originalmente il vino veniva venduto sfuso nella modesta osteria familiare.
Il cambiamento avvenne nel 1922, anno in cui Jose Maria Toro Albalá acquistò e restaurò la ex centrale elettrica Aguilar, spostando così completamente la maturazione, l'affinamento e la conservazione nei suoi 14.000 metri di sotteranei.
Da qui derivano i suffissi o prefissi "Electric" nei nomi dei loro vini.
In realtà più che una tenuta o un’azienda è quasi un museo, che produce ogni anno 500.000 bottiglie e custodisce un numero imprecisato di annate che coprono 200 vendemmie di storia enoica spagnola, insieme a 8.000 botti con il vino in affinamento.
Il tempo qui è un prezioso alleato, visto che non esce un prodotto se non prima di 25 anni.
La lungimiranza di tenere i millesimati è stato il fattore determinante del successo dell’azienda di oggi, la prima ad immettere sul mercato vini millesimati e non assemblaggi di vini dolci, solera o altro.
Il clima è da sempre fondamentale. Siamo in una regione dove non piove praticamente mai, tanto che le piante producono al massimo 1 chilo di uva per ogni ceppo con alcol naturale fino a 14,8% e tra i 13 e 17 gradi Baumé.
Si possono produrre vini bianchi secchi che ricordano il Jura, con tanto di infiorescenza che protegge il vino dall’ossidazione nelle botti scolme, oppure le versioni Palo Cortado e Oloroso che invece affinano senza ricorrere alla flor.
Il sottosuolo è principalmente calcareo, la vendemmia è agostana con due passaggi, uno per i vini secchi e uno per i dolci passiti.
L’uva per i vini dolci come il PX, quasi un milione di chili, viene appassita all’aperto, su dischi di juta, con temperature che raggiungono i 55 gradi di giorno.
Tutta la lavorazione viene effettuata rigorosamente a mano, molto delicatamente per non rompere gli acini in appassimento.
Dopo 3-4 giorni l’uva bianca da verde brillante diviene rossa e viene girata per poter essere “cotta” anche dall’altra parte, mentre la notte la rinfresca con escursioni violente.
La pressatura viene effettuata molto delicatamente e si ottengono mosti estremamente concentrati con oltre 500 grammi di zucchero per litro.
La fermentazione si sviluppa, finché non viene aggiunto alcol proveniente da distillazione casalinga, in tini di acciaio.
Qui riposa per 6 mesi prima di essere posto in parte nelle bottiglie per essere venduto e in parte nelle botti per finire il suo affinamento.
Alcuni PX escono così dopo 1-2 anni dalla vendemmia, altri molto più tardi, secondo il grado di maturazione e complessità di aromi che sviluppano, ed è Anton Sanchez Romero con il suo team ogni volta a scegliere quale imbottigliare e in che modo.

DON P.X. 1929 CONVENTO SELECCIÓN D.O. MONTILLA-MORILES TORO ALBALÁ

Ben 95/100 è il punteggio con il quale Robert Parker ha valutato la Convento Selecciòn 1929.
Basterebbe questo per definire il valore di questo imbottigliamento.
Si tratta di un lotto di sole 6200 bottiglie numerate progressivamente ed imbottigliate nel 2011 dopo ben 65 anni di maturazione in botte di rovere americano.
Vino spesso, denso, scuro, ricco, insolito, raro.
Oleoso al palato, dolce, molto corposo con ricordo di caramella mou, nocciola tostata, caffè espresso, liquerizia e una gradevole nota ossidativa.
Un mix tra un grande Madeira e un raro Porto Vintage.
Don PX 1929 è impressionante, davvero unico.
Dalla sua una capacità di conservazione ancora di cento anni e più!
Vino degno di grande rispetto.